Hanako Kumazawa a Petroio |
14 June 2013 - 3 September 2013 |
Museo della Terracotta |
https://it.wikipedia.org/wiki/Museo_della_terracotta |
Via Valgelata, 10, 53020 Petroio SI |
Per me l’argilla e’ il materiale fondamentale. Quello che ricordo meglio, di me da bambina, è che giocavo sempre fuori casa. C’era un giardino, pieno di alberi e la vasca con le carpe; un giardino giapponese, insomma. E poco distante c’era il grande frutteto di mele del nonno e il campo del riso, del mio nonno; e ancora più in là, intorno alla mia casa, c’erano ruscelli e un grande fiume e anche un piccolo fiume, lì accanto. Ero circondata dalla natura. Davvero. E naturalmente giocavo sempre con la terra. E con il fango ci facevo tutto, anche la piccola cuoca con i piccoli vasi per i bonsai del nonno: lo cucinavo. Ecco, sono rimasta un pò come ero allora e ancora gioco con l’argilla. Intorno ai vent’anni ho imparato a scolpire la pietra all’Università dell’Arte a Tokyo. Per perfezionarmi sono venuta alla cava di Serre di Rapolano, dove ho trovato maestri che mi hanno trasmesso le tecniche di lavorazione del travertino, i codici da rispettare e inaspettatamente i valori propri all’essere uno scultore tradizionale. Fasi della realizzazione di un’opera in pietra: schizzo semplice sulla carta, elaborazione del bozzetto con l’argilla e poi calco in gesso; ecco, l’argilla appare ma subito scompare, è una fase di passaggio. E’ la consueta fase di lavorazione tradizionale della pietra: l’argilla serve per fissare l’idea e il gesso per conservare la forma. I primi tempi in Italia, non avendo un forno, continuavo a fare solo i calchi in gesso. Quando poi ho conosciuto Petroio, che è la città della terracotta e dell’argilla, con coraggio (a me ce ne voleva e ce ne vuole anche oggi) ho iniziato a chiedere alle fornaci di Petroio se potevo far cuocere i miei bozzetti di argilla da loro. E loro me lo hanno sempre fatto fare, con grande generosità, attenzione e competenza. Tutto quello che è qui esposto è passato per i forni di Petroio del signor Luciano Cresti. Concludendo, ho un po’ più di quarant’anni e da venti lavoro la pietra, ma l’argilla, beh l’argilla, se consideriamo anche il fango, è la compagna della mia vita. |